Bondi di Albaré dall’Alto Medioevo al primo Ottocento, Verona 2023.
Il volumetto, partendo dall’interpretazione del toponimo, che viene riferito alla voce celtica bundo col significato di “conca”, si sofferma poi sulla presenza tra IX e XVII secolo dei possedimenti del monastero di San Colombano di Bobbio e del suo castello. Questa è raccontata da innumerevoli documenti che si prestano pure ad aprire una finestra particolare sul paesaggio, la presenza umana e le attività economiche date in specie dall’agricoltura, dall’allevamento e dallo sfruttamento del bosco. Quindi la narrazione prosegue con le nuove proprietà laiche a quella monastica successe fino al primo Ottocento.
Impreziosisce l’opera la prefazione del professore di Archeologia cristiana e medievale Fabio Saggioro che si sofferma sul paesaggio, sulla memoria dei luoghi quali irrinunciabili testimonianze storiche.

Il volume a cura di Giuliano Sala, voluto dalla Pro Loco di Caprino Veronese e edito da “Cierre grafica”, tratta degli antichi possedimenti del capitolo dei canonici della cattedrale veronese in Ceredello e, in particolare, dell’affresco quattrocentesco con scena di caccia già presso casa Gardenato, in origine proprietà dei canonici. L’affresco, staccato dal compianto pittore restauratore Ettore D’Iseppi e fissato su tela in cinque pannelli distinti, viene integralmente riproposto in un’unica una tavola a colori nella logica successione delle scene e commentato con il contributo di Claudio Facchinetti.

Il volume a cura di Giuliano Sala, prodotto dall’associazione “Circolo collezionisti gardesani”, in occasione del cinquecentenario dalla prodigiosa quanto leggendaria comparsa della statua della Pietà alla Corona di Monte Baldo, e edito da “Cierre grafica”, si avvale dei contribuiti, oltre che del curatore, di Maurizio Delibori, Fabio Gaggia, e Giorgio Vedovelli. In questi si tratta innanzitutto delle vicende storiche e architettoniche del santuario mariano; quindi delle manifestazioni di devozione popolare, dei pellegrinaggi, rivissuti, in particolare, nelle cartoline: un album cospicuo e di qualità, approntato attingendo a piene mani dalla collezione prestata da Sandrino Marchi, corredato dalle puntuali didascalie di Franco Zeni. Una mappa, infine, al volume allegata, ripropone ben dieci degli antichi sentieri dei pellegrini, con descrizioni degli stessi e dei monumenti della fede che nei percorsi s’incontrano.

Il volume, prodotto dall’associazione “Romanico itinerante” e edito da “Cierre grafica”, è fondamentalmente una guida alla conoscenza delle chiese medievali del territorio gardesano e dell’entroterra fino a comprendere parte della Valpolicella. Note introduttive sull’organizzazione ecclesiastica del territorio in età medievale, sull’architettura e sull’arte figurativa precedono puntuali schede esplicative. Queste, corredate anche di informazioni utili alla visita, raccontano sinteticamente la storia di ogni singola chiesa, illustrandone le peculiarità artistiche e le particolarità.

Non è certo una novità che il passato si studia e si ricostruisce attraverso i documenti che di sé ci ha lasciato. Coerente con il postulato, questa edizione di carte zenoniane, completata da un breve testo argomentativo che da esse trae spunto, vorrebbe così contribuire allo studio e alla conoscenza del territorio di Caprino in età medievale, mettendo a disposizione una documentazione per lo più inedita e altresì di difficile consultazione per chi non abbia dimestichezza con la paleografia medievale. Si rivolge innanzitutto allo studioso locale, ma anche al semplice appassionato, al lettore occasionale, consentendo la visione di documenti trascritti dagli originali e corredati di regesti per chi non si districasse più di tanto con la lingua latina.
Ognuno ne farà l’uso che vorrà secondo le proprie esigenze, selezionando e prendendo quanto possa essere d’utilità allo sviluppo dei suoi studi o al soddisfacimento delle sue curiosità.

La chiesa di Santa Cristina a Ceredello, Verona 2017

Il volume, prodotto dall’Associazione “Ceredello 2000”, rivede una datata edizione del 1999 e l’aggiorna, in particolare, con lo studio dei nuovi affreschi, emersi di recente sul catino e sul giro absidali, che vengono datati al secolo XIII.
Un inserto di tavole a colori fuori testo, su fotografie di Gilberto Caurla, conclude degnamente il volume, apportando una testimonianza iconografica atta ad illustrare il patrimonio artistico della chiesa.

La chiesa del Santo Sepolcro a Caprino Veronese, Verona 2017

Nel volume mi appartengono i capitoli: Note storiche; Note architettoniche; La questione del gruppo scultoreo con la rappresentazione de La deposizione di Gesù nel sepolcro; I dipinti; Appendice di documenti.
Lo studio, introdotto dalla relazione degli archeologi Martina Benati e Giovanni Ridolfi, ha voluto indagare la chiesa all’interno della quale in tempi recenti si ha attestata la presenza del gruppo scultoreo, in attesa del suo ritorno dopo le operazioni di restauro presso “L’opificio delle pietre dure di Firenze”. Quindi sulla presenza delle sculture per la quale, purtroppo, non è stata rinvenuta documentazione anteriore al primo Novecento, non definendo così la questione sulla collocazione originaria del gruppo e su quando e come, eventualmente, fosse finito nell’oratorio caprinese.
Un inserto di tavole a colori fuori testo conclude degnamente il volume, apportando una testimonianza iconografica atta ad illustrare il patrimonio artistico della chiesa.

Costermano sul Garda. Storia di un insediamento, evoluzione di un toponimo, Verona 2016

Il volumetto, che si avvale della presentazione dello storico Gian Maria Varanini, coglie occasione dal referendum che ha modificato la denominazione del comune da “Costermano” a “Costermano sul Garda” per ripercorrere la storia dell’odierno capoluogo, non trascurando poi cenni sulle sue frazioni. Questo si origina dall’unione di due nuclei abitativi distinti, noti in età medievale come “Castelnuovo della Badessa”, dipendente dall’abbazia Bresciana di Santa Giulia, e “Costarmata”, villaggio autonomo che si forma successivamente a nord del primo, le cui vicende vengono narrate fino al declino dell’abbazia e l’unione dei due centri e quindi, proseguendo verso tempi più recenti, seguendo pure l’evoluzione del toponimo originario “Costarmata” nel moderno “Costermano” , infine “Costermano sul Garda”, e dimostrando l’inconsistenza di una derivazione dalle voci Castrum romanum/romanorum.

Gaium nel Medioevo e la chiesa di San Michele Arcangelo dalle origini alla ristrutturazione del dopoguerra, Comune  di Rivoli Veronese, Verona 2014.
Il volume, a cura di Giuliano Sala e introdotto da una prefazione di Giancarlo Dotti per conto dell’associazione Baldofestival, che della chiesa ha promosso e sostenuto finanziariamente il restauro, si avvale, oltre che di quello del curatore, del contributo degli archeologi Emanuela Compri e Luciano Pugliese e della ricercatrice locale Virginia Cristini. In questo innanzitutto viene ricostruita attraverso documenti inediti la storia della comunità di Gaium gravitante attorno al monastero veronese di San Zeno, dalle origini della corte monastica alla sua soppressione; quindi della chiesa, da cappella soggetta alla pieve di Cisano a parrocchiale autonoma, fino alla demolizione pressoché totale della stessa, conseguentemente alla devastazione dei bombardamenti nel corso della II guerra mondiale, ed al restauro nel dopoguerra ad opera dell’architetto Libero Cecchini. Le strutture e le trasformazioni architettoniche vengono puntualmente descritte attraverso l’indagine archeologica e la mediazione della documentazione archivistica. Un capitoletto si sofferma, infine, sulla presentazione e sull’analisi del decoro pittorico superstite: di rilievo l’identificazione dei committenti di un affresco tardo quattrocentesco, quasi totalmente celato dalla sovrapposizione di un strato pittorico del secondo Cinquecento, riconosciuti in Bartolomeo e Antonio figli del benestante locale Giovanni Dionisi, fittavolo nel tardo Quattrocento del monastero di San Zeno per la riscossione del dazio di Gaium.

La chiesa di San Severo di Bardolino. Note storico-artistiche, Comune di Bardolino, Verona 2013.
Il volume riprende la prima edizione del 1987, aggiornandola, rielaborandola e proponendo nuove interpretazioni sulle fasi architettoniche dell’edificio dall’età altomedievale ai rifacimenti moderni. In particolare, vengono presentate ipotesi, puntualmente illustrate dai disegni dell’architetto Massimiliano Valdinoce e del suo collaboratore architetto Leonardo Polesani, sulle strutture della chiesa altomedievale, della prima e della seconda fase romanica. Quindi una precisa descrizione degli affreschi romanici, con tematiche ispirate ai Vangeli, all’Apocalisse, alle Storie di Costantino e all’Invenzione della santa Croce, ed una lettura con interpretazione inedita degli affreschi trecenteschi, che tra l’altro testimoniano una continuità nel culto di sant’Elena e della Croce. Ricca la documentazione e l’apparato iconografico con la presentazione a colori degli affreschi, ripresi nelle loro logiche sequenze. Un capitoletto a cura di Valdinoce illustra i recenti restauri e le prospettive future.